La gemmoterapia nacque in Belgio per opera del dottor Pol Henry e si diffuse subito in Francia, dove inizialmente venne impiegata pressoché esclusivamente dagli omeopati; successivamente, diventò una tecnica fitoterapica autonoma, rimanendo comunque terapeutica complementare di altre bioterapie.
La gemmoterapia è un metodo terapeutico di ambito fitoterapico che utilizza tessuti vegetali freschi allo stato embrionale: principalmente giovani getti, ma anche giovani radici, semi, scorza dei giovani fusti e scorza delle radici.
Questi tessuti embrionali sono preparati secondo un procedimento codificato dalla Farmacopea francese ed europea, portando ad ottenere il macerato glicerinato, che viene poi generalmente diluito alla prima decimale hahnemanniana.
Pol Henry (1918-1988), medico di Bruxelles, negli anni Cinquanta mise a punto questo impiego terapeutico dei tessuti vegetali freschi raccolti allo stato embrionale; indicò come solventi adatti a tale scopo acqua, alcol e glicerina.
Diede a tale tecnica il nome di fitoembrioterapia, descrivendola come “un sistema terapeutico basato sull’energia potenziale dei vegetali”: il gemmoderivato rappresenta un concentrato di energia vitale, biologica e potenziale, grazie alla notevole attività di moltiplicazione cellulare dei tessuti embrionali.
Max Tétau, medico omeopata, negli anni Settanta proseguì ed ampliò gli studi di Henry, dimostrando la capacità drenante della gemmoterapia, indicandola così come un metodo di drenaggio da attuarsi durante una prescrizione omeopatica. Ne evidenziò il potere di eliminare le sostanze tossiche dell’organismo, dovuto principalmente alle comuni proprietà diuretiche e disintossicanti. Ogni gemma, oltre alla capacità depurativa, presenta individuali caratteristiche terapeutiche con un tropismo specifico verso un organo o un apparato del nostro corpo. Ciò permette di ottenere un drenaggio generale dell’organismo e, al contempo, un’azione di rinnovamento cellulare mirata alla specifica problematica.
La gemmoterapia utilizza i tessuti embrionali o meristematici, perciò prende anche il nome di meristemoterapia. La gemma può venire considerata come una fonte di cellule: il tessuto meristematico ha la funzione di costruire migliaia di cellule vegetali fondamentali per la crescita e il pieno sviluppo della pianta.
Le gemme hanno la caratteristica di poter trattenere in uno spazio minimo buona parte del germoglio già abbozzato, presentando biostimoline tissutali o fattori di crescita che ne regolano lo sviluppo.
La comunicazione tra le cellule meristematiche avviene mediante gli ormoni vegetali, che sono messaggeri chimici a tutti gli effetti, controllando e regolando l’accrescimento e le altre funzioni della vita delle piante. Essi si suddividono sostanzialmente in cinque classi: auxine, gibberelline, citochinine, etilene e acido abscissico.
Le auxine sono elaborate dall’apice vegetativo e sono deputate alla mobilitazione delle sostanze nutritive; inoltre, determinano la sintesi proteica necessaria alla divisione cellulare apicale.
Le gibberelline sono le responsabili dell’altezza della pianta: promuovono la distensione cellulare e il conseguente allungamento degli internodi. Determinano inoltre cambiamenti nella giovinezza e nella sessualità floreale, promuovono la formazione di frutti, la loro crescita e la germinazione di semi.
Le citochinine stimolano il metabolismo e la divisione cellulare, regolando il ciclo vegetale. Innescano la proliferazione cellulare in tessuti contenenti una concentrazione ottimale di auxine; ritardano la senescenza, stimolano la mobilitazione delle sostanze nutrienti e promuovono la sintesi di proteine fotosintetiche.
L’acido abscissico è un composto inibitore che è responsabile del fenomeno della dormienza dei semi e delle gemme, si trova in ogni pianta dall’apice della radice a quello del germoglio. Regola inoltre il turgore, diminuendo la traspirazione ed aumentando il flusso d’acqua dentro le radici.
L’etilene ha un ruolo importante nella maturazione dei frutti.
La dormienza e l’accrescimento della gemma sono regolati dal bilancio tra gli inibitori di accrescimento e le sostanze che inducono la crescita.
Nelle gemme si trovano biostimoline, amminoacidi, sostanze minerali, oligoelementi, enzimi, vitamine e flavonoidi: l’efficacia dei gemmoderivati deriva quindi dall’impiego del fitocomplesso, cioè dall’insieme dei suoi componenti.
Bibliografia
D. Bortoluzzi, Corso di Gemmoterapia, Accademia Nazionale di Scienze Igieniatiche Naturali “G. Galilei”, Scuola di Iridologia e Naturopatia “L.Costacurta”, appunti personali.
D. Bortoluzzi, Rimedi naturali e dintorni, La Biolca, Padova, 2009.
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V. Mercati, Gemme e salute – Approccio metodologico alla gemmoterapia, Graphos Editrice, Aboca, 1994.
M. Tétau, Gemmoterapia, nuovi studi clinici, Ipsa, Palermo, 1989.