Il sistema di comunicazione delle piante
Gli oli essenziali rappresentano tutto il sistema di comunicazione di una pianta: sono sostanze altamente concentrate, costituite dalle molecole più volatili, che normalmente si aggirano intorno alle diecimila circa (in ogni pianta).
L’olio essenziale è un fitocomplesso, ovvero una miscela chimicamente complessa ricavata da una droga vegetale; per droga vegetale si intende pianta o parte di pianta che contiene principi attivi con attività biologiche.
I principali componenti biochimici che compongono un olio essenziale fanno parte di dieci gruppi funzionali: terpeni, sesquiterpeni, aldeidi, chetoni, alcoli, acidi, esteri, ossidi, fenoli, lattoni e cumarine.
L’olio essenziale fa parte dei metaboliti secondari, molecole che la pianta utilizza per relazionarsi con l’ambiente, per comunicare, per difendersi, per attrarre e per adattarsi con altre piante, con gli animali e con gli insetti.
Questi ultimi, volando, ne catturano le molecole, che sfruttano sapientemente come fattori di aggregazione o disgregazione di gruppo, a seconda del messaggio che vogliono mandare.
Gli oli essenziali vengono estratti non chimicamente, ma fisicamente in corrente di vapore (ad eccezione degli agrumi, che si ottengono per spremitura della buccia): le sommità fiorite vengono messe, appena raccolte, in grandi recipienti di acciaio inox, nei quali poi una fonte di calore provvederà a portare a ebollizione l’acqua che, una volta trasformatasi in vapore, passerà attraverso le piante, macerando i tessuti e facendo aprire le tasche secretrici; salendo verso l’alto, trascinerà con sé tutte le molecole che, a causa dell’elevata temperatura, si trovano in forma gassosa.
Vengono definiti impropriamente oli, in quanto non sono oli vegetali, sono però sostanze che con gli oli hanno alcuni comportamenti in comune, come ad esempio il fatto di non sciogliersi nell’acqua: infatti, galleggiano su di essa, e sono in grado di mescolarsi completamente con i grassi.
Il termine essenziale, invece, deriva dall’alchimia, con il significato di essenza, anima della pianta. L’estrazione dell’olio rappresenta una fase di purificazione della materia, propria dell’alchimia, che interviene sulla natura con l’intenzione sì di beneficiare delle sue sostanze, ma soprattutto di migliorarla.
Come per il vino, la produzione è molto influenzata da diverse variabili, quali terreno, tipo di stagione, clima e temperatura, che fanno sì che l’olio essenziale prodotto in un luogo non sia mai uguale, come composizione, profumazione o valori dei singoli elementi, a quello prodotto negli anni precedenti.
Proprietà quasi magiche
Gli oli essenziali, indipendentemente dal tipo di pianta, hanno quattro proprietà principali: sono antibatterici, antivirali, antiossidanti e aromaterapici (in senso stretto, agiscono per inalazione mediante nebulizzazione nell’ambiente, sul sistema nervoso centrale).
Negli ultimi anni, si sta approfondendo l’aspetto più sottile di tali sostanze, ovvero la loro capacità di influenzare non solo la parte fisica, ma anche l’aspetto psico-emotivo. Altra loro caratteristica in fase di studio è rappresentata dal fatto che siano abili ad adattarsi, tanto che una fragranza potrà esprimere, in certe circostanze, anche il suo opposto, a seconda della necessità del momento della persona (“modulare”, come si dice in gergo).
Fragranze come melodie
Una prima, grande suddivisione delle fragranze fu effettuata verso il 1800 da Piesse, un profumiere francese che, ispirandosi alle note musicali, li catalogò in note di fragranza. Purtroppo, nel tempo, rimasero in uso soltanto tre note: nota di base, nota di cuore e nota di testa.
Per nota di base si intendono le profumazioni dense, calde e pesanti, normalmente ricavate da legni, resine e spezie, che solitamente hanno un effetto tonificante e che, sul piano sottile, portano forza e stabilità. Nelle composizioni, fissano e legano le altre note, dando stabilità alla composizione stessa.
Le note di cuore sono rappresentate dalle profumazioni floreali, più morbide, ottenute appunto dalle sommità fiorite o dalle foglie, con la capacità di riequilibrare e vitalizzare. Con la loro frequenza leggera, portano verso il cuore, insegnando ad amare.
Infine, le note di testa, le più volatili, hanno vibrazioni alte, fresche, sono dinamiche, attive, aiutano a schiarire i pensieri. Purificano la mente, donando leggerezza e benessere. In una composizione, sono le prime che si avvertono, proprio per la loro capacità di dissolversi velocemente.
Essendo sostanze altamente concentrate, e per questo irritanti per le mucose, generalmente si sconsiglia l’uso orale e messo a contatto diretto sulla pelle; la modalità migliore per “assumerli” risulta essere attraverso la diffusione nell’ambiente mediante nebulizzatore: respirando le molecole volatili, esse passano nell’ambiente interno del nostro corpo (il circolo ematico), superano la barriera emato-encefalica e raggiungono il sistema nervoso centrale, senza andare a ledere le mucose del tratto gastro-intestinale per contatto diretto.